Omotossicologia
L’Omotossicologia è una branca della medicina-farmacologia che offre una visione differente della malattie e del modo di curarle.
Le malattie sono l’espressione della lotta dell’organismo contro le tossine, al fine di neutralizzarle ed espellerle; ovvero sono l’espressione della lotta che l’organismo compie naturalmente per compensare i danni provocati dalle tossine - (RECKWEG)
Una visione biologica del processo di guarigione.
Secondo questa visione lo stato di malattia si verifica quando gli organi emuntori (quelli attraverso i quali vengono eliminate scorie metaboliche non utilizzate dall'organismo:fegato, i reni, la cute, l'intestino, i polmoni.) non riescono più ad eliminare il carico tossico. Scopo della terapia è proprio quello di aiutare l’organismo a ripristinare le capacità di drenaggio delle tossine e quindi di difesa dell’organismo: UNA VISIONE BIOLOGICA DEL PROCESSO DI GUARIGIONE!
L’Omotossicologia viene riconosciuta come terapia proprio perché nei farmaci omotossicologici con una analisi spettrometrica possiamo sempre ritrovare la presenza di materia.
L’omotossicologia come terapia
I farmaci di sintesi viceversa tendono ad una soppressione dei sintomi che se protratta nel tempo può condurre ad un blocco della capacità reattiva dell’organismo e quindi alla cronicizzazione della malattia. In campo odontoiatrico questo approccio ci spinge non solo a curare le classiche patologie del cavo orale ma a cercarne le cause e ad eliminarle!
L’omotossicologia viene riconosciuta come terapia proprio perché nei farmaci omotossicologici con una analisi spettrometrica possiamo sempre ritrovare la presenza di materia, mentre altre formulazioni omeopatiche, mantengono solo segnali di informazione, e questo porta a perpetuare l’annosa diatriba con la medicina ufficiale. I farmaci con piccole quantità di materia vengono denominati “low-dose” e l’azione delle low-dose viene riportata in molti esempi di lavori scientifici in endocrinologia, neurologia, allergologia ecc.
Il farmaco omotossicologico ha una versatilità particolare in odontoiatria sia come antinfiammatorio, drenante linfatico, antiallergico sia in terapia iniettiva che orale. Inoltre con gli organoterapici e i drenanti si può ripristinare la funzione degli organi bersaglio delle focalità e degli emuntori utili alla disintossicazione di eventuali tossici o metalli. Il paziente odontoiatrico che viene curato con farmaci omotox anziché con medicine chimiche, ha tempi di recupero più brevi e meno complicazioni.
Grazie al fatto che usa diluizioni decimali associate anche a centesimali e omeopatiche, l’omotossicologia agisce sia a livello ponderale che frequenziale, e questo ne fa un’arma molto importante e utile nelle mani dell’odontoiatra biologico. In virtù dell’azione spesso modulante e priva degli effetti collaterali dell’allopatia, l’omotossicologia trova ampia applicazione nel supporto alle patologie croniche, dolorose, allergiche e reattive del Sistema Immunitario.
La sua poliedricità consente la capacità di agire sui diversi gradini della cascata causa-effetto di eventi che portano ad un’estrinsecazione finale, un output finale del sistema, che chiamiamo malattia. In questo modo non si è più costretti ad affrontare farmacologicamente solo l’ultimo “anello della catena”, ma in molti casi si può intervenire a più livelli, in ottica PNEI. Le sostanze e i principi attivi che diventano di casa nello studio odontoiatrico biologico sono molte, e l’omotossicologia diventa parte integrante del protocollo in molte prestazioni della pratica quotidiana, da sola o in overlapping, cioè in sovrapposizione alle cure allopatiche di protocollo, per rafforzarne l’efficacia o per contenerne gli effetti collaterali.
Le condizioni di salute in cui un paziente affronta un intervento chirurgico odontoiatrico condizionano sicuramente sia lo svolgimento dell’intervento stesso che il periodo post chirurgico. “Preparare” un paziente con l’omotossicologia significa creare le condizioni perché l’intervento avvenga nel modo più “pulito” possibile e la guarigione successiva conduca nel modo migliore verso una restitutio ad integrum. A questo scopo l’omotossicologia aiuta a mantenere o ripristinare l’efficienza degli organi emuntori e a drenare la matrice extracellulare, per ridurre tossicità presenti, che rappresentano una zavorra per l’organismo che invece deve affrontare l’intervento.
La chirurgia odontoiatrica ha spesso a che fare con infezioni e situazioni reattive e infiammatorie che inevitabilmente producono setticemie di gradi variabili. Per questo motivo i protocolli chirurgici sono sempre accompagnati dall’uso degli antibiotici come terapia e/o profilassi. In realtà, alla luce delle ultime evidenze, tutto ciò sembra aver portato ad un abuso di questi farmaci e ad una serie di conseguenze di difficile gestione, e in questo vuoto si colloca alla perfezione l’omotossicologia, con preparati compositi di echinacea e altri immuno-stimolatori/modulatori, organo derivati degli organi e componenti del Sistema Immunitario, antibiotici e antisettici di origine naturale low dose, anche in preparazioni topiche. L’omotossicologia svolge un compito molto importante in uno studio dentistico biologico che esegue rimozioni protette di otturazioni in amalgama: il drenaggio è una fase fondamentale per preparare il paziente ed assisterlo durante e dopo la rimozione, in modo che l’organismo sia in condizioni di poter eliminare un’eventuale, seppur minima vista la tecnica, intossicazione da mercurio.
Per questo, in presenza di pazienti intossicati l’omotossicologia mette a disposizione varie opzioni di vasodilatatori del circolo linfatico, drenanti della matrice, attivatori e acceleratori degli organi emuntori, con azione contemporanea a più livelli nel processo di detossificazione. Il supporto e la cura delle mucose orali passa anche dalla buona gestione dell’intestino: essendo parte del tubo digerente, la mucosa orale risente delle condizioni delle sue varie componenti. L’aftosi, per esempio, è una manifestazione autoimmunitaria rivolta verso la membrana basale della mucosa non cheratinizzata di bocca e gola, che trae particolare giovamento dallo stabilizzarsi di una situazione di eubiosi di tutto l’intestino, tenue e crasso, così come succede anche per mucositi e gengiviti.
In questo frangente, il colostro bovino, nelle sue diverse preparazioni, ha mostrato clinicamente notevoli capacità di ridurre le afte e le affezioni della mucosa orale sia con un’azione diretta sia indiretta, a livello intestinale. Ancora una volta, quindi, il drenaggio emuntoriale a livello intestinale rappresenta l’intervento ideale, attraverso una ripulitura, una riparazione e una ripopolazione dell’intestino: enteroadsorbenti, omeopatici low dose e compositi, colostro, pre- e pro-biotici e organo terapici intestinali, permettono di ristabilire l’eubiosi e di annullare la quota di responsabilità dell’intestino nei confronti delle patologie delle mucose orali. La carie non è soltanto una demineralizzazione del tessuto dentario dovuta alla presenza in massa dei batteri in pazienti particolarmente affini agli zuccheri; in realtà si tratta di una condizione generalizzata di acidosi di tutto l’organismo e in quanto tale, la prima terapia da mettere in atto sarebbe una basificazione, accompagnata da una buona idratazione e da una corretta alimentazione, per ridurre l’acidità e quindi anche gli episodi cariosi.
La cario recettività di un paziente è generata dal sovrapporsi di più fattori come quelli anatomici, biochimici, quelli legati al sistema immunitario e ai ceppi batterici che fanno parte del microbiota orale. Come in ogni ambito dove ci sono più specie (batteriche), la predominanza di una genera spesso un disequilibrio che porta a malattie: la carie in questo caso è il risultato di tale disequilibrio ed è necessario un ceppo batterico capace di riportare equilibrio e ridurre la cario recettività. Il batterio M18, isolato da esseri umani non cario recettivi, si è dimostrato capace di ridurre la presenza di Streptococco Mutans e Salivaris, non soltanto nel cavo orale ma anche in altri distretti corporei dove si sono create delle colonie e dei foci batterici, e dove quindi aiuta nella risoluzione di sintomi spesso annosi. Rappresenta inoltre un ottimo approccio all’alitosi di origine non orale.
Un batterio analogo, il K12, svolge un’azione simile all’M18, riequilibrando la flora delle alte vie aeree e di tutta la zona di pertinenza otorinolaringoiatrica, andando a contrastare il pericoloso Streptococco beta emolitico di gruppo A, responsabile di molte affezioni ORL e anche a distanza, a livello neurologico, cardiaco e renale. Il suo utilizzo si è esteso anche alle terapie delle sindromi P.A.N.D.A.S. (Pediatric Autoimmune Neuropsychiatric Disorder associated with A Streptococci), che mettono in collegamento infezioni ripetute da beta emolitico di gruppo A con manifestazione dello spettro autistico, deficit di attenzione e sindromi da iperattività. In ambito gnatologico, l’odontoiatra biologico trova nell’omotossicologia un grande alleato nella gestione del dolore, nella riparazione dell’ATM e nell’approccio alle alterazioni muscolo-scheletriche: in questo contesto l’organoterapico dell’ATM in toto e delle strutture annesse rappresenta un’opzione unica, inesistente in allopatia, a cui possono affiancarsi modulatori della contrattura muscolare. Vista l’origine spesso emozionale delle problematiche funzionali del cavo orale, l’omotossicologia mette a disposizione diverse opzioni per la gestione delle problematiche che portano ad utilizzare la bocca come organo emuntore, producendo le diverse patologie di interesse gnatologico.
L’approccio psico-emotivo è quello più difficile da capire, elaborare e mettere in pratica, nonostante in molti casi si tratti della vera terapia causale: l’Apparato Gnatologico risente degli avvenimenti nella vita di ogni individuo in funzione di come li percepisce, li elabora e reagisce. Un evento stressante ripetuto, un lutto mal elaborato, una difficoltà sul lavoro o nella vita di relazione, sono solo alcuni esempi di eventi capaci di generare una reazione, spesso indirizzata a livello dell’Apparato Gnatologico, soprattutto se di difficile gestione. Per aiutare il paziente in questi ambiti è necessario capire il vissuto dell’individuo, entrare nel merito di ciò che lo disturba e aiutarlo a superare l’ostacolo.
Non è compito dell’odontoiatra ma ciò non gli impedisce però di sviluppare una sensibilità per questo tipo di problematiche e aiutare il paziente erudendolo riguardo al corretto funzionamento dell’Apparato Gnatologico e ai suoi collegamenti, inviandolo ad altri terapeuti di aree integrate, ed elaborando un approccio farmacologico, che può essere allopatico o omotossicologico, low dose oppure fitoterapico o floriterapico. In ogni caso si cerca di interrompere il circolo vizioso psico-emotivo che porta l’Apparato Gnatologico a rimanere iperattivato e quindi ad esercitare un’azione autolesionistica a più livelli.
L’omeomesoterapia e la terapia iniettiva sottomucosa, percutanea o intramuscolare, solitamente di organo terapici e altri omotossicologici, permette la gestione di siti a distanza a partire dalla loro localizzazione energetica in bocca a la cura di siti parodontopatici e di ipersensibilità dentinali. Se infatti esiste una rappresentazione secondo Voll di quali sono le aree energetiche e gli agopunti, allora in bocca troviamo l’opportunità di agire a distanza infiltrando farmaci omotossicologici low dose. Le esacerbazioni a livello della mucosa orale di patologie batteriche, fungine e di virosi quali Herpes , Papilloma, Epstein-Barr, Citomegalo e Zoster, rappresentano un problema che si ripete nel tempo per il paziente e un pericolo di infezione per gli operatori.
L’omotossicologia dà supporto al Sistema Immunitario con compositi dell’omeopatia classica e organoderivati, insieme alla Medicina Fisiologica di Regolazione che si avvale delle citochine e linfochine, vero e proprio “idioma” usato dalle cellule del Sistema Immunitario per dialogare tra loro e con tutto l’organismo. Nell’ambito specifico dei retrovirus si dispone di un’arma particolarmente efficace , risultato di studi Belga e Italiani: la Microimmunoterapia (M.I.T.), figlia degli studi del belga Maurice Jenaer e del francese Robert Roudier, ha trovato molto appoggio in Italia con le ricerche del dott. Cesare Santi e della dott.ssa Tiziana Semplici, e rappresenta l’ultima frontiera dell’aiuto al Sistema Immunitario, concepito in modo da non avere effetti collaterali e preparato per annullare le manifestazioni cliniche e gli esami sierologici.
Ma il monito più importante che ci ha lasciato Reckeweg (padre dell’omotossicologia) è quello di osservare il nostro paziente, inserendolo, sulla tavola delle vicariazioni per capire, già dalla prima visita in quale maniera egli reagirà alle cure e come si possano minimizzare gli eventuali danni inevitabili in una odontoiatria che segmenta il corpo umano, in comparti iperspecialistici.