Odontoiatria del sonno

La Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (OSAS) è il più diffuso (4-5% della popolazione generale adulta) tra i Disturbi Respiratori nel Sonno (DRS), così come definiti dalla 2° edizione della International Classification of Sleep Disorders.

Da qualche anno anche l’Odontoiatria è entrata a far parte del pool di specialità interessate, grazie all’efficacia che si è riscontrata nella terapia dell’OSAS per via occlusale, con l’uso di dispositivi intraorali (Oral Devices) nell’adulto e con il trattamento ortodontico nel bambino. 

Diagnosi dei Disturbi Respiratori nel Sonno

Uno dei problemi principali, al di là della scelta terapeutica, è la diagnosi, che deve essere strumentale, con una polisonnografia o con dispositivi meno ingombranti, comunque capaci di certificare attraverso l’analisi di vari parametri le condizioni in cui avviene il sonno e quindi la fare di ricarica e di riposo. In questo video possiamo notare quanto non sia facile rendersi conto nemmeno osservandolo, che il paziente va in apnea, mentre tanti parametri vitali si alterano sensibilmente.La ragione di tutto ciò è la chiusura delle vie aeree posteriori per una caduta della lingua ad ostruire il passaggio di aria, per una serie molteplice di ragioni.


Il dentista può quindi assumere un ruolo strategico anche nello screening della patologia OSAS, potenzialmente più efficace rispetto ai centri specialistici del sonno, numericamente e operativamente di fatto impossibilitati ad affrontare un problema a così alta epidemiologia


Punti di forza dell'odontoiatria nella cura dei disturbi respiratori nel sonno

Un primo punto di forza della nostra specialità, forse fino ad oggi sottostimato, risiede nel fatto che ai dentisti del territorio accede prima o poi praticamente tutta la popolazione, e una gran parte vi accede almeno una volta l’anno. Il dentista può quindi assumere un ruolo strategico anche nello screening della patologia OSAS, potenzialmente più efficace rispetto ai centri specialistici del sonno, numericamente e operativamente di fatto impossibilitati ad affrontare un problema a così alta epidemiologia: il russare riguarda il 30% degli adulti, ma oltre i 60 anni può interessare il 60% circa degli uomini ed il 40% delle donne. Va sottolineato che il russare, anche se non raggiunge i parametri francamente patologici che configurano l’OSAS, costituisce motivo di disturbo del sonno del compagno di letto e dei famigliari.

Altro punto di forza dell’odontoiatria è dato dalle caratteristiche conservative, poco invasive e totalmente reversibili della terapia dell’OSAS per via occlusale. Si colloca filosoficamente a monte dell’adenotosillectomia del bambino e della roncochirurgia dell’adulto, ed è quindi potenzialmente in grado di evitare interventi invasivi. È compatibile con qualunque trattamento medico, che può peraltro contribuire a limitare nella prescrizione farmacologica. Per la conseguente sostanziale assenza di rischi biologici, oltre che per la maggior compliance da parte del paziente rispetto alle altre terapie proponibili, che la letteratura conferma, il trattamento dell’OSAS per via occlusale è destinato a crescere nell’attenzione degli specialisti.

Infine, una efficace terapia dell’OSAS può indirettamente fornire valido contributo terapeutico a tutta una serie di patologie correlate, spesso impropriamente confinate nei rispettivi ambiti specialistici: pneumologico, cardiologico, endocrinologico, neuropsichiatrico (si vedano in proposito i rispettivi capitoli). Inoltre la sonnolenza diurna e il calo di attenzione che l’OSAS favorisce è causa di un dimostrato aumento dei rischi di incidenti automobilistici e sul lavoro.

Grazie alla comprensione della natura di molti problemi che riguardano il sonno e la veglia, negli ultimi cinquant’anni si sono progressivamente trovate soluzioni mediche e chirurgiche a problemi di vecchia data.